Al pubblico il suo nome dice poco, agli addetti ai lavori tantissimo. Il britannico Malcolm Hayes – a lui ci stiamo riferendo – E’ stato ospite ieri pomeriggio di un incontro informale svoltosi alla Santeria di Milano: un’ottima opportunità per farsi raccontare qualche aneddoto, nonché pillole di saggezza e marketing da parte di una delle menti assolute di Glastonbury, il mega festival inglese che si svolge a pochi chilometri da Bristol l’ultimo fine settimana di giugno e che lo scorso hanno ha radunato circa 150mila persone. Nel 2005, all’interno di Glastonbury, Hayes (nella foto) ha saputo creare il Dance Village, un festival nel festival con ben sette palchi. In buona sostanza, parliamo di un’autorità assoluta in materia, la nostra materia. Raccontati da lui, i motivi del successo e dell’elevato indice di gradimento di un festival sono semplici: Collaborazione con le istituzioni, felicità degli enti locali e delle attività commerciali circostanti per l’indotto che ne deriva, un pubblico eterogeneo e trasversale che non discrimini l’edm o l’elettronica a favore o a discapito del rock. A Glastonbury si va per vivere l’esperienza di un festival, non per il singolo artista in quanto tale.
Detto da chi ha avuto i Rolling Stones sul main stage lo scorso 29 giugno, fa decisamente un certo effetto. Nel caso non fosse chiaro, adesso si può provare a capire perché in Italia i Festival, salvo rarissime eccezioni, non esistano o si eclissino dopo una sola edizione?
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