‘Why We DJ – Slaves To The Rhythm’ è il titolo del nuovo documentario realizzato dal portale Djsounds, presentato in anteprima durante l’edizione 2017 dell’Amsterdam Dance Event. 39 minuti che esplorano il rovescio della medaglia della fantastiva vita dei dj: i viaggi, le ore di sonno perse, le rinunce e gli stress, tutto quanto amplificato nel terzo millennio dall’esposizione costante e quasi inevitabile causata dai Social Network. Un prezzo più che ragionevole da pagare per chiunque abbia saputo trasformare una passione in un lavoro, ma che non fa sconti a nessuno e comporta conseguenze sia personali che familiari da non trascurare. Tra i tanti artisti intervistati nel documentario, Carl Cox, Luciano, Seth Troxler, Erick Morillo e Pete Tong. Assai interessante la testimonianza della dottoressa Alinka Greasley, Professoressa Associata di Psicologia Musicale all’Università di Leeds, in Gran Bretagna, che racconta degli effetti sulla salute fisica e mentale causati dallo stile di vita dei dj. Un documentario realizzato con criteri giornalistici, con molte interviste messe a confronto, senza fronzoli e soprattutto senza inutili digressioni fini a se stesse. Troppo spesso molti articoli e reportage fanno pensare a quello che disse Dino Risi a proposito delle opere di Nanni Moretti: “Scansati e fammi vedere il film”.
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